aspettando il sud



"Ora son sola a ricordaaaare e vorrei poterti dire guarda che luna, guarda che mareee"
Sono evidentemente all'apice della nostalgia per il mio sud, ascolto canzoni che ricordano il mare e mi rifugio sotto la vigna in compagnia di questo estivo apristomaco sperimentale...inutile, mancano tutti i profumi del caso! Il termometro è salito a 34°C questo pomeriggio, si boccheggia non c'è male e il lago visto dal giardino, nella sua perfetta anemia ha come tutti i laghi un grande limite: l'orizzonte riconoscibile.
Chiudo gli occhi, prendo un grande respiro e cerco di immaginare lo iodio nelle narici, zio Antonio che taglia un'anguria da 16 kg e me ne offre una generosa fetta, i piedi sporchi di terra e sabbia, nemmeno questa volta ho resistito alla tentazione di andare a raccogliere i fichi a piedi scalzi. E poi la salsa appena fresca e zia Anna (auguri!) che dopo 10 minuti già la sperimenta nella zuppa di pesce. Nemmeno la vigna è la stessa, qui se assaggi un acino ti firmi una condanna a morte!
Inutile dirsi che il mare genera un'identità speciale, che gli svizzeri potranno avere tutto l'orgoglio possibile per le loro montagne ed i loro laghi, ma profumi, colori e sapori non si inventano dall'oggi al domani come le banche.
E allora tanto vale armarsi di pazienza, aspettare questi lunghissimi giorni estivi in città che mi separano da tutto quel che desidero da mesi, giorno più, giorno meno, e visto che ci siamo e che i meloni e le angurie della migros vengono dall'Italia, combinarci qualcosa. E combinarci la feta, che al centro ci sta come la cipolla sul polpo. A qualcosa dovranno pur servire d'estate queste formine per biscotti natalizi, no?
Un fiocco di mentuccia (allungando il braccio dalla vigna) e il gioco è fatto. Anche oggi ci siam fatti una razione di felicità ad ore :)



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